L'importanza di superare le critiche e la sindrome dell'impostore per i fondatori di startup

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Quando si pensa alla cultura delle startup, subito vengono in mente storie di successo fulmineo. Per ogni startup che ha riscosso enormi successi, tuttavia, sono molto più numerose le storie di rischi e fallimenti, un'altra costante della cultura delle startup. I fondatori sanno che ogni successo porta con sé i detrattori, ma come si può gestire la propria autostima e imparare a discernere le critiche dai commenti costruttivi? Identificare e, soprattutto, gestire il proprio approccio alle critiche è fondamentale per mantenere una mentalità e una cultura positive all'interno di una startup.

Secondo una nuova ricerca commissionata da AWS, la "sindrome del papavero alto", un atteggiamento culturale che disapprova il successo e cerca di sminuire coloro che si distinguono, è assai diffusa nell'ecosistema delle startup: l'80% dei leader di startup intervistati afferma di averla sperimentata in prima persona. Ciò vale specialmente per la nuova generazione di fondatori: la ricerca mostra che i leader delle startup più giovani hanno maggiori probabilità di aver sofferto della sindrome del papavero alto rispetto ai loro colleghi più avanti con gli anni.

Tra le fonti di critiche che suscitano sentimenti da "papavero alto", una delle principali è costituita dai social media, ma i feedback negativi possono provenire anche da amici, parenti e altri fondatori.

"Può trattarsi della suocera, dell'amica o di un post di Instagram che mette continuamente in discussione il tuo operato", afferma Barb Hyman, fondatrice e CEO della startup di risorse umane (HR) e assunzioni basata sull'intelligenza artificiale (IA) Sapia.ai.

Tali critiche possono soffocare la crescita di una startup. Quasi tutti i leader di startup che hanno sperimentato la sindrome del papavero alto ritengono che essa ostacoli il potenziale di crescita. Il 46% afferma che le critiche lo hanno reso più avverso al rischio, il 45% che hanno ostacolato lo sviluppo della carriera e il 43% che hanno inciso negativamente sul proprio benessere mentale ed emotivo.

Il risultato è che i fondatori sono riluttanti a dare risalto alle proprie vittorie e preferiscono concentrarsi sul successo dei loro team.

Barb afferma anche che, di fronte a critiche del genere, i fondatori dovrebbero rimanere fedeli alla propria visione e ricordare a sé stessi l'importanza di ciò che stanno facendo.

"Adoro dimostrare alle persone che si sbagliano, specialmente a quelle che dubitano delle mie capacità", afferma Barb. "Ogni giorno mi sembra di imparare, aiutare e ideare. Quello che stiamo facendo è rivoluzionare l'intero modo in cui pensiamo alle persone: è un processo essenzialmente creativo e per questo risolve così tante questioni."

Talvolta, i detrattori più accaniti siamo proprio noi stessi. La "sindrome dell'impostore", ossia la sensazione che i risultati siano il prodotto della fortuna anziché delle proprie capacità, accomuna la maggior parte dei fondatori: tre quarti dei leader di startup afferma di provare la sindrome dell'impostore e ben uno su otto la sperimenta quotidianamente. Ma è una sensazione che si può imparare a gestire, secondo gli esperti.

Tra i leader di startup intervistati, più di uno su quattro sostiene di riuscire a gestire la sindrome dell'impostore in modo positivo impegnandosi a sviluppare resilienza, celebrare i successi o coltivare la gentilezza verso sé stessi.

"Di solito gestisco i sentimenti legati alla sindrome dell'impostore parlando apertamente con il mio team", afferma Ben Hurst, dottore di ricerca, fondatore e CEO della piattaforma di coinvolgimento dei pazienti HotDoc. "Credo sia importante non fissare aspettative irrealistiche riguardo alle mie capacità. Sono fallibile come tutti gli altri, faccio del mio meglio, molte di queste cose le faccio per la prima volta e spero di migliorarmi imparando dalla mia squadra."

Evitare di affrontare i sentimenti della sindrome dell'impostore può avere effetti più dannosi. Il 21% dei fondatori di startup ha ammesso di aver lavorato fino all'esaurimento nervoso e il 19% sostiene di sentire la necessità di ulteriore aiuto per gestire questi sentimenti.

Tuttavia, Hurst afferma che i fondatori non dovrebbero temere di essere aperti e onesti con i propri team su ciò che sono in grado di ottenere. "I nostri valori fondamentali sono sempre essere empatici, assumerci le nostre responsabilità e parlare apertamente, e rispecchiano i caratteri essenziali delle relazioni medico/paziente di successo", afferma Hurst. "Le cose più importanti sono l'autenticità e la capacità di dimostrare coi fatti anziché con le parole. Se sostengo questi valori ma non sono in grado di metterli in pratica, tutto va a rotoli."


Qual è il nocciolo? Il percorso per fondare una startup può sembrare solitario, ma i fondatori non sono soli. Condividere i propri sentimenti e celebrare i successi, per quanto piccoli, può aiutare a coltivare l'autoindulgenza necessaria per far fronte alle critiche e ai dubbi. AWS sa che il team e la rete di supporto giusti possono fare la differenza, motivo per cui abbiamo aiutato più startup a gettare le basi, crescere e avere successo rispetto a qualsiasi altro provider di servizi cloud.

Dai un'occhiata al resto della ricerca e degli approfondimenti del rapporto, "Come le startup creano una cultura delle possibilità", per scoprire dai fondatori affermati che cosa serve per creare una cultura di successo e i fattori e le considerazioni chiave che hanno fatto la differenza nel corso dello sviluppo delle loro aziende.

Hannah Wall

Hannah Wall

Hannah Wall ricopre il ruolo di Head of Startups Content Marketing e ha più di 15 anni di esperienza nella conduzione di campagne ad alte prestazioni su larga scala che favoriscono il coinvolgimento dei clienti. Essendo una scienziata del comportamento esperta in marketing orientato al cliente, predilige una comunicazione strategica, coinvolgente ed efficace, in grado di stabilire un dialogo significativo tra le aziende e i clienti. È motivata a creare esperienze utente semplici che aumentano il ricavo e riducono i contatti con i clienti.

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